Quota 96 non scardina il bilancio dello Stato!

Sono sconcertata! A leggere i giornali di oggi (si veda per tutti l’articolo di fondo del Corriere della Sera “Il gambero delle pensioni“) e a sentire le dichiarazioni del commissario per la spending review Carlo Cottarelli, sembra che il ripristino del diritto alla pensione per i circa 4000 docenti, ingiustamente bloccati dalla normativa Fornero che ha ignorato la specificità del calendario scolastico non coincidente con quello solare, sia la causa del dissesto finanziario dello Stato.
In particolare le critiche del commissario si concentrano sul fatto che la copertura di questa spesa avvenga con le risorse che saranno risparmiate dalla spending review. Allargando il discorso da quota 96 ad altre spese e ai prepensionamenti di dipendenti pubblici, Carlo Cottarelli è giunto ad annunciare le proprie dimissioni.
Ascoltando, però, l’informazione televisiva, ho colto un improprio e fuorviante collegamento esclusivo tra dimissioni e quota 96. E ho capito che, ancora una volta, la scuola, sì proprio la scuola che ha subito in questi anni insostenibili tagli, non paragonabili a nessun altro settore della pubblica amministrazione, e in particolare gli insegnanti, sono una delle cause principali della impossibilità di ridurre la spesa pubblica.
Ho provato un moto di ribellione, insieme con l’amara consapevolezza che le regole che governano il sistema di istruzione sono sconosciute ai più e che la scuola continua a rimanere confinata in un cono d’ombra, dai tempi del governo Berlusconi, per renderla più debole ed attaccabile. Infatti, su quota 96, si continua ad ignorare la specificità della condizione degli insegnanti, che, per la giusta esigenza della continuità didattica, possono andare in pensione un solo giorno all’anno, il primo settembre, anche se ne hanno maturate le condizioni molti mesi prima.
La scuola deve tornare al centro della attenzione pubblica, come ha annunciato in questi giorni il Presidente del Consiglio, a cui chiediamo da subito di svolgere azioni e assumere posizioni coerenti.
Su quota 96 è stato profuso un grande e positivo impegno da parte di alcuni parlamentari, prima tra tutti dall’on. Emanuela Ghizzoni. E’ necessario rivendicare fino in fondo la positività di questo lavoro: è stato ripristinato un diritto, non garantito un privilegio!

Ghizzoni al Corriere della Sera su quota96

Vi segnalo la risposta dell’On. Ghizzoni all’articolo del Corriere della Sera “Il gambero delle pensioni”

Poche righe per chiarire un aspetto dell’editoriale odierno del prof. Ferrero, apparso sul Corriere della Sera (e che riprende le critiche già espresse ieri dal Cottarelli).
Non mi soffermo sulla legittima opinione espressa dall’editorialista nei confronti della riforma Fornero, ma tengo a precisare una cosa: il DL 90 e, nella fattispecie la norma riguardante il la cosiddetta Quota96 del comparto scuola, non interviene sull’impianto del sistema previdenziale. Più correttamente, la noma emenda un errore che la stessa ex ministra Fornero ha ammesso e cioè quello di non aver riconosciuto la specificità del comparto scuola dove, indipendentemente dal momento in cui si maturano i requisiti, in pensione ci si va solo il primo di settembre.
Quindi, non è stato concesso alcun privilegio a questi lavoratori che, lo ricordiamo ancora, non sono esodati e non sono stati trattati da esodati. Abbiamo semplicemente ristabilito l’esercizio di un diritto, diritto leso per “errore”.
E alla politica spetta anche questo compito: sanare le ingiustizie e proporre modelli di equità. Noi ci stiamo provando.

Il gambero delle pensioni – Il Corriere della Sera

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