Ho visto numerosi articoli sui possibili contenuti del provvedimento sulla scuola che il Presidente del Consiglio ha annunciato per fine agosto. Ve ne segnalo alcuni:
- Organico di rete: sarà l’asso nella manica di Renzi? – La Tecnica della scuola
- Scuola, novità in arrivo a settembre: informatica alle elementari, discussione in inglese alla maturità – L’Huffigton Post
- Così sarà la nuova scuola: informatica dalla primaria, maturità in inglese – Il Corriere della Sera
L’organico di rete è, a mio avviso, un’eccellente proposta. Si tratta dell’applicazione dell’organico funzionale triennale non nelle singole scuole, ma per rete di scuole. Una modalità che risulta più flessibile, ma che consente ugualmente di attribuire alle scuole una disponibilità di docenti ulteriore rispetto all’orario di cattedra, utilizzabile per diverse iniziative, sulla base degli obiettivi del piano dell’offerta formativa. L’organico di rete e l’organico funzionale non sono una novità nell’ordinamento scolastico: il primo è stato introdotto con legge n. 35/2012 dal Ministro Profumo, il secondo già dal Ministro Berlinguer. Ma non hanno mai avuto pratica attuazione, nonostante i numerosi annunci. Comprendo le preoccupazioni espresse nell’articolo di Tecnica della scuola relative ai precari, ma credo che obiettivi prioritari da perseguire siano la stabilizzazione del personale, la continuità didattica e la certezza (almeno triennale) delle risorse su cui le scuole possono fare affidamento.
Su quota 96, dopo le tensioni intorno alla norma approvata alla Camera e poi cancellata, non si ha alcuna certezza, al di là di un impegno dichiarato dal Presidente del Consiglio nei momenti di massima conflittualità.
Sulle materie da “reinserire” nella scuola superiore sarebbe fondamentale fare una riflessione complessiva, sulla base degli obiettivi di apprendimento che devono essere conseguiti dagli studenti, e non aggiungere qua e là un’ora settimanale di insegnamento, ad esempio di geografia, di arte o di altra disciplina cancellata dalla devastante riforma Gelmini.
Vedo con piacere l’abbandono della scelta dei tablet a favore della diffusione della banda larga.
Ma qui mi fermo, perché credo che al più presto il Governo debba presentare le proprie proposte, che siano chiare, realizzabili, supportate dalle risorse necessarie e che siano aperte ad un ampio confronto. Non è più il momento degli annunci, delle promesse, ma quello delle realizzazioni, finalizzate a conseguire, passo per passo, la scuola che vogliamo.