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Scuola, Corte giustizia europea: stabilizzazione per almeno 250mila precari – La Repubblica

Accolto il ricorso dei sindacati: illegittime le norme italiane sulle supplenze. Possibili anche risarcimenti fino a due miliardi di euro

di CORRADO ZUNINO

ROMA – Alle 9.33 di questa mattina un presidente sloveno della Corte di Giustizia europea, Marko Ilesic, ha sentenziato che i contratti a tempo determinato per gli insegnanti italiani sono illegittimi rispetto alle norme europee, che i precari che hanno superato i trentasei mesi di insegnamento a scuola devono essere assunti oppure risarciti. È una sentenza attesa, ma che ora deflagra in tutta la sua potenza.

Il bacino degli insegnanti precari che sono stati in cattedra più di tre anni è tra le 250 e le 300 mila persone. Se si rivolgeranno a un tribunale del lavoro italiano, con questa sentenza europea che fa giurisprudenza, la strada della loro assunzione diventerà certa. Chi nel frattempo ha già trovato un impiego al di fuori della scuola potrà chiedere un risarcimento. La sentenza, che interessa anche il personale amministrativo (Ata) della scuola italiana, prevede un risarcimento anche per gli scatti d’anzianità fin qui non riconosciuti.

Il sindacato Anief, che iniziò questa battaglia cinque anni fa, ora calcola in due miliardi a carico dello Stato i potenziali risarcimenti. E l’avvocato Walter Miceli, che cura il ricorso dal 2012, quando la Cassazione lo fermò e un Tribunale del lavoro di Napoli chiese successivamente lumi alla Corte del Lussemburgo, allarga la platea dei possibili lavoratori sanabili: “Questa sentenza può essere applicata a tutto il pubblico impiego, chi ha un’anzianità di lavoro superiore ai tre anni non potrà più avere contratti a tempo determinato. L’interpretazione della Corte europea è vincolante per tutti i giudici”.

La Buona scuola di Renzi-Giannini, che a gennaio dovrebbe diventare un decreto, prevede l’assunzione di 148 mila precari, la metà di quella contabilizzati dai sindacati italiani. Marcello Pacifico, segretario dell’Anief, dice: “Dopo tanti anni di sacrifici per mantenere una buona scuola giorno per giorno i precari italiani possono avere giustizia”.

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Precari scuola: l’Europa apre le porte alla stabilizzazione – FLC CGIL

La Corte di Giustizia Europea sbarra la strada al lavoro precario. Docenti e Ata della scuola con più di 36 mesi di servizio hanno diritto all’assunzione. È una svolta storica per i tanti precari di tutto il pubblico impiego. La soddisfazione della FLC CGIL impegnata sin dal 2010 in questa vertenza.

La Corte di Giustizia Europea ha deciso: i precari della scuola con più di 36 mesi di servizio hanno diritto all’assunzione a tempo indeterminato. La sentenza risale a circa un’ora fa ed è destinata a fare da apripista e dare una speranza alle centinaia di migliaia di precari che da anni coprono posti vacanti facendo così funzionare le scuole, gli enti di ricerca, le università e tutte le pubbliche amministrazioni in generale.
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Nell’udienza di oggi 26 novembre 2014 a Lussemburgo alla presenza dei legali della FLC CGIL, la Corte ha dichiarato che lo Stato italiano non rispetta il diritto europeo. Un pessimo esempio per un datore di lavoro che dovrebbe invece essere il garante della legalità agli occhi dell’intera collettività.

Finalmente le ragioni dei precari – stabilità del lavoro e equa retribuzione – sostenute dalla FLC CGIL anche in migliaia di ricorsi sono state riconosciute alla luce del sole.

Quando accadono questi fatti siamo orgogliosi di sentirci europei.

Nelle prossime ore in una conferenza stampa organizzata dalla FLC CGIL il segretario generale Domenico Pantaleo e l’ufficio legale anticiperanno i contenuti della sentenza e i suoi effetti.

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Altra anticipazione sul piano scuola: 100.000 assunzioni

La Repubblica” anticipa oggi un’altra importante notizia sul piano scuola, che sarà discusso in Consiglio dei Ministri il 29 agosto: la immissione in ruolo dal 2015 di 100.000 docenti. Una saggia, doverosa, ottima scelta, che affronta “dal verso giusto” il tema del precariato e della continuità didattica. Già con la finanziaria 2007 il Governo Prodi aveva deciso un piano triennale di 150.000 assunzioni di docenti e di 30.000 Ata, che avrebbe condotto ad un significativo svuotamento delle graduatorie permanenti, che da allora diventavano ad esaurimento. Solo la prima annualità del piano ha avuto attuazione, a causa della caduta del Governo.  Poi il piano è stato falcidiato dal triennio di tagli voluti da Tremonti e Gelmini, tagli di 8 miliardi di euro e di 132.000 docenti e Ata. Facendo un calcolo dei pensionamenti annuali (calati di numero negli ultimi anni a causa della riforma Fornero) e delle mancate assunzioni, nella prospettiva dal prossimo anno dell’organico funzionale, “la capienza per le immissioni in ruolo” (cioè i posti in organico coperti da docenti precari) c’è abbondantemente. 
Ricordiamo, inoltre, che il maggior costo per lo Stato del personale di ruolo rispetto a quello precario è tutto da dimostrare. È vero, infatti, che ai precari non vengono pagati i mesi estivi, ma è vero che in questi mesi percepiscono una indennità di disoccupazione.  C’è chi, calcolando i costi di gestione delle molteplici operazioni attinenti al precariato (graduatorie, chiamate, assunzioni e licenziamenti. ..), sostiene che di fatto i costi sono uguali o maggiori nel caso del precariato.
Pende, inoltre, sul MIUR la decisione della Corte di giustizia europea,  che potrebbe pronunciarsi in modo favorevole ai precari ricorrenti, riconoscendo loro non solo l’assunzione, ma anche il riconoscimento economico di tutti i periodi non pagati e la ricostruzione della carriera. Un rischio enorme, che è prudente per il MIUR non correre!
100.000 immissioni in ruolo (è fuorviante chiamarle nuove assunzioni, dal momento che quei posti sono anche ora coperti da persone  dipendenti dallo Stato, se pure in modo precario) sono una scelta saggia, giusta, buona ed economicamente sostenibile: auspico che il Governo, come è stato anticipato, la faccia e la attui dal prossimo anno scolastico.
Accanto ad essa il Governo deve avanzare la proposta sulle nuove modalità di formazione in ingresso e di assunzione nella scuola: solo così si potrà chiarire per il futuro il percorso di ingresso ed evitare il formarsi di nuovo precariato.

Scuola, svolta sui precari subito l’assunzione per 100.000 professori” – La Repubblica