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Scuole belle e lavoratori socialmente utili: il governo non imbelletti con parole nuove problemi vecchi

“Il fatto quotidiano” di alcuni giorni fa titola “Scuole Belle, l’inganno del governo Renzi per dare lavoro agli LSU” e definisce nell’articolo un “bluff” l’intera operazione “Scuole belle”.
Sulla base delle dichiarazioni di un dirigente del MIUR, il giornalista sostiene che con “Scuole belle” “non si sarebbe partiti dall’edilizia, ma dall’annoso problema dei lavoratori socialmente utili e della gara dei servizi di pulizia”.  Sostiene, inoltre, che i 450 milioni stanziati sarebbero destinati ad esigenze di lavoro degli LSU. L’Ufficio stampa del MIUR conferma questa destinazione, non mettendola in contraddizione con le reali manutenzioni che si realizzeranno nelle scuole più bisognose di interventi.
Credo che gli edifici scolastici miglioreranno a seguito degli interventi manutentivi finanziati; sono convinta inoltre che il tema degli LSU vada affrontato. Non condivido quindi il concetto di “bluff”.
Quando ero vice Ministro alla Pubblica Istruzione nel Governo Prodi gli LSU erano destinati alle pulizie delle scuole ed erano in continua riduzione. Poi con il Governo Berlusconi il Ministro Gelmini ha deciso di appaltare ad imprese esterne le pulizie. Ora sarebbe importante sapere quanti sono ancora gli LSU in carico al sistema scolastico, di quanto sono diminuiti, quanti hanno trovato lavoro, sono andati in pensione o sono stati destinati ad altri settori.
Quando il Governo ha presentato “Scuole belle” ho commentato negativamente l’eccesso inusitato di centralismo del progetto, ma, dato che venivano destinate risorse nuove all’edilizia scolastica, non potevo che esprimere una qualche soddisfazione.
Ora comprendo la ragione del centralismo, in quanto gli LSU sono sempre stati a bilancio dello Stato e non degli Enti locali.
Non comprendo, invece, e non condivido la scelta del Governo di ammantare di novità vicende, quali quella degli LSU, che hanno radici ormai storiche e che questo governo non ha ritenuto, forse a ragione, di voler spezzare.
Usare belle e nuove parole per imbellettare una realtà né nuova né bella, certamente problematica, è un modo di rapportarsi ai cittadini non trasparente, che non fa onore a nessun governo.

Cantiere scuola FLC CGIL, le proposte del Sindacato in una conferenza stampa

FLC CGIL

Lunedì 21 luglio 2014 nella sede nazionale della FLC CGIL, si è tenuta una conferenza stampa avente ad oggetto: “La scuola di cui ha bisogno il Paese e le proposte della FLC CGIL”.

Il segretario generale, Domenico Pantaleo, nel ringraziare i giornalisti presenti, ha illustrato punto per punto le idee e le proposte del nostro sindacato rispetto ai profondi interventi strutturali di cui il nostro sistema scolastico ha estremo bisogno.

In premessa, Pantaleo ha precisato che qualsiasi estemporaneo intervento, che tende a ridurre la complessità dei problemi e, scavalcando il necessario e preliminare confronto che deve esserci non solo con il sindacato ma con tutti i soggetti che sono i protagonisti della scuola (insegnanti, ATA, studenti, genitori, associazioni, enti locali, cittadini), sarà contrastato dalla FLC CGIL.

Nel sistema d’istruzione occorre invertire radicalmente la tendenza al disinvestimento (l’unica politica che abbiamo conosciuto in questi anni) e occorre, per cominciare, una spesa di 17 miliardi (tutti per la scuola e non per il personale) che metta il nostro Paese in linea con la media dei Paesi Ocse.

Le proposte della FLC CGIL, fondate su quegli investimenti, partono da una idea di scuola repubblicana, inclusiva, laica, europea, mirata al successo formativo di tutti, e si possono riassumere nei seguenti punti:

  • obbligo scolastico dai tre a i 18 anni
  • scuole veramente autonome, libere da pastoie burocratiche e con una propria rappresentanza istituzionale
  • scuola aperta, centro culturale e civile, interlocutrice del mondo circostante
  • scuole belle, con una estetica nuova per una didattica nuova
  • organico funzionale e salvaguardia dei diritti dei precari
  • reclutamento e formazione obbligatoria
  • rinnovo del contratto (l’ultimo normativo è stato stipulato nel 2007) che regoli orario, salario, organizzazione del lavoro, carriere (con valorizzazione dell’impegno nei contesti a rischio, del lavoro aggiuntivo, del lavoro d’aula tramite autovalutazione/rendicontazione gestita dalle stesse scuole in funzione non selettiva ma cooperativa); contratto che, inoltre, faccia emergere (portando alla luce il lavoro sommerso) come l’orario docente sia in linea con l’orario dei docenti europei, mentre il salario è in realtà inferiore di un terzo.

In allegato il materiale che è stato distribuito ai giornalisti presenti:

Le proposte
Ricerca salari e diritti della scuola italiana

In particolare, il documento con le proposte  della FLC CGIL e gli esiti della ricerca curata dalla FLC CGIL e dal Dipartimento politiche economiche della CGIL, dove si documenta ancora una volta come sia solo una favola la ricorrente idea che i docenti italiani lavorino meno dei colleghi europei.

Scuole belle: 150 milioni per manutenzioni. Il centralismo del MIUR

Il MIUR ha annunciato che da oggi verranno distribuiti alle scuole i finanziamenti per “piccola manutenzione, per il ripristino del decoro e della funzionalità degli edifici scolastici”. Si tratta di 150 milioni di euro che vanno a 7751 scuole, direttamente ai dirigenti scolastici che avranno il compito di ordinare i lavori o “attraverso appalti Consip” o ricorrendo ai vecchi appalti dove quelli nuovi non sono ancora stati attivati. La provincia di Modena ha ottenuto per 17 scuole 220.000 euro, corrispondenti ad una media di circa 13.000 per intervento.
Accanto al progetto #scuolebelle, il Governo, come si legge in una nota della Presidenza del Consiglio, intende finanziare il progetto #scuolesicure per 400 milioni di euro per realizzare 2480 interventi, del valore medio di circa 160.000 euro. Sono interventi ammissibili e già in graduatoria, che ora ricevono il finanziamento.
Infine, il progetto #scuolenuove, che riguarda 404 cantieri, già in corso o immediatamente cantierabili, che sono bloccati per il patto di stabilità. In questo caso il Governo garantisce l’allentamento dello stesso per 244 milioni, che attivano complessivamente 400 milioni, in media un milione per intervento.
Fermo restando che ogni risorsa che arriva alla scuola è comunque sempre benvenuta, tanto immenso e’ il mare dei bisogni, mi chiedo se quelle distribuite ora sono le risorse più volte sbandierate e promesse da Berlusconi (1 miliardo di euro per l’edilizia…la cifra coincide e riguarda gli anni 2014 e 2015) o se sono nuove ed aggiuntive. Nel qual caso che fine hanno fatto le precedenti?
Mi sembrerebbe utile che il MIUR – anche con l’aiuto del CIPE che ha gestito parte di queste risorse – rendesse pubblico un quadro aggiornato dei finanziamenti statali e delle relative realizzazioni. Anche per tornare, al più presto, ad utilizzare la legge Masini del 1996, che prevedeva investimenti sulle scuole con finanziamenti dello Stato alle autonomie locali.
Il centralismo del MIUR non può, a mio avviso, sostituire in via permanente il ruolo degli Enti Locali, ai quali sono stati trasferiti i patrimoni scolastici, ricordiamolo, con il preciso impegno del Governo di finanziare investimenti e manutenzioni. Un impegno, non un intervento straordinario…o peggio una gentile concessione.